LE RAGIONI DEL NO AL PARCHEGGIO PERTINENZIALE INTERRATO SOTTO CORSO MARCONI, UN TEMPO CORSO VALENTINO.

0. Intanto: non siamo un comitato contro i parcheggi sotterranei, né contro le isole pedonali.

Non siamo politicamente schierati.

Non siamo nostalgici di un passato bucolico: è il futuro che ci interessa, quello che lasciamo ai nostri figli e nipoti.

Visto da Google ESCAPE='HTML'

1. Addio al Viale Alberato.

Il corso è uno dei più antichi di Torino, rappresentato
nelle vedute di fine seicento del Theatrum Sabaudiae, importante, allora come adesso,
per la sua funzione di collegamento, con scenografiche quinte verdi, castello del
Valentino con la chiesa di San Salvario (già San Salvatore), che gli alti e frondosi
alberi “stringono un cannocchiale prospettico”.
Per lo scavo del parcheggio (posto nel tratto tra via Madama Cristina e Corso
D’Azeglio)gli ippocastani verranno rimossi: i 23 più vecchi (e più grandi) saranno
abbattuti; i 28 più piccoli trapiantati al Valentino, operazione costosa e ad alto
rischio per la loro sopravvivenza (già ora quel tratto d’alberata non è in buone
condizioni e richiederebbe invece migliori cure).
A fine lavori verrebbero piantati nuovi alberi, ma su una soletta, in vasconi di
cemento. Tanta la chioma, tante le radici: ma così avranno uno spazio molto limitato,
e di conseguenza non saranno mai alberi di alto fusto. Si vedano le betulline di
piazza Valdo Fusi, trapiantate nel 2005 e che, nonostante siano alberi che crescono
rapidamente, sono tutt'ora piccole e smilze e destinate a restare tali.

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2. Ci vuole prospettiva.

Il viale di corso Marconi collega fisicamente e
prospetticamente San Salvario con il Valentino e il suo castello: oltre ad un bene
paesaggistico e storico inalienabile
, un’occasione di crescita, anche economica, di
“buon” turismo. Chi viene a Torino lo fa per ammirare i suoi palazzi, le sue
prospettive e geometrie, un po’ cartesiane un po’ barocche. Chi comprerebbe una
cartolina con le torrette degli ascensori o degli accessi pedonali, le griglie di
aerazione, o le rampe veicolari di un parcheggio interrato, ad inquadrare un
castello? E’ necessaria la tutela della Soprintendenza per i Beni Architettonici e
Paesaggistici!

3. Un’idea che fa acqua

Qui non c’è solo l’acqua del Po in cui si specchia il
castello del Valentino: tutta la zona è ricca di acque e in particolare di una falda
poco profonda ma possente, come mostrò un carotaggio eseguito in corso Marconi
all’angolo con via Madama, sotto la quale era previsto passasse il vecchio tracciato
della metropolitana. La metro è poi stata realizzata più su, sotto via Nizza, a 500
metri di distanza. Per il parcheggio nessuno studio per valutare i problemi
idrogeologici, che potrebbero generare grandi disagi. Tecnicamente non è certo
impossibile realizzare un cassone di cemento impermeabile anche se immerso in un
corso d’acqua: il problema è che l’acqua scacciata verrebbe spinta a cercarsi un
altro corso. I casi, anche recenti e in città, di allagamenti di cantine (e garage!)
causati da manufatti simili, dovrebbero insegnare qualcosa. E rappresentano un
rischio di costo aggiuntivo. Non sono state eseguite verifiche geotecniche, non ci sono in allegate al bando. Oppure non sono state rese note.

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4. Un’inutile sacrificio

Un’opera di questo tipo comporterebbe enormi disagi.
Almeno un paio d’anni (che diventano poi sempre di più) di interruzione di servizi e
di accessi, di assenza di parcheggi, di polvere, rumore, inquinamento, proprio di
fronte alle aule della scuola che rappresenta il cuore giovane e prezioso del
quartiere.

Per cosa? Un parcheggio pertinenziale, cioè da vendere (per 99 anni) a
privati. Che se avessero la disponibilità ad acquistarli avrebbero già fatto sparire
i numerosi cartelli che ne offrono in vendita o in affitto nelle vie adiacenti o nel
parcheggio multipiano a due isolati di distanza. Intanto il parcheggio del V
padiglione è inutilizzabile per buona parte dell’anno e il parcheggio di Piazza
Madama (altri alberi sacrificati) è poco utilizzato.

padiglione 5  - 330 posti ,interrato a rotazione non usato ESCAPE='HTML'

5. Non ci sono cene gratis

E nemmeno sistemazioni di superficie. Si paga con il
territorio come moneta. Passeggiare all’ombra di un viale alberato non è la stessa
cosa di farlo in un angiporto cementificato ed irrecuperabile.

Relazioni ed altre info

Abbiamo preparato le relazioni (storica, botanica e tecnica) per andare ad argomentare le nostre motivazioni in Comune.

La potete trovare alla sessione "Comunicati Stampa" nella cartellina stampa del 23 maggio 2013.